L’introduzione nell’ordinamento giuridico italiano, con l’art. 8 ter del DL 135/2018, delle tecnologie di Blockchain ha aperto una fase di dibattito e confronto ma anche di sperimentazione e sviluppo di progetti pilota. A tutti i livelli - internazionale, europeo, nazionale, territoriale - diversi organismi - istituzioni governative e loro agenzie, organismi di standardizzazione, aziende private di diversi settori - hanno approfondito l’analisi e la conoscenza delle tecnologie a registro distribuito. In Italia a partire dall’approvazione del DL 135/2018, in cui all’art. 8 ter è stata introdotta tale definizione, è stato avviato un percorso, curato dal MISE, per giungere a una strategia nazionale in materia di tecnologie basate su registri condivisi e Blockchain.
Questa strategia, oggetto di una consultazione pubblica nel corso del 2020, ha permesso di focalizzare l’attenzione sui principali elementi che caratterizzano tali tecnologie e di evidenziarne i possibili utilizzi in ambito pubblico e in partnership di tipo pubblico-privato. Ciò che emerge è come la principale caratteristica sia quella di ridurre, in diversi casi in modo molto significativo, il costo della fiducia necessario al perfezionamento di una transazione, intesa come scambio informativo o di valore, garantendo al tempo stesso certezza della sua esecuzione. Ove il costo della fiducia sia una componente rilevante del costo transazionale, queste tecnologie possono ridurre inefficienze e semplificare i livelli di intermediazione. La riduzione del costo della fiducia, inoltre, può rendere economicamente conveniente l’esecuzione di micro scambi di valore tra due attori, creando le basi per lo sviluppo di nuovi modelli di relazione che interessano anche la Pubblica Amministrazione. In tale contesto tale strategia raccomanda che, vista la vastità degli ambiti di applicazione delle tecnologie “Distributed Ledger” (DLT) e di Blockchain, per massimizzare l’impatto delle azioni e favorire un approccio che tenga in considerazione il ruolo dei diversi stakeholder coinvolti, si proponga un sistematico ricorso alle public-private partnership (PPP) nello sviluppo di progetti verticali di ricerca, implementazione, divulgazione, formazione.
L’adesione di Lepida alla Blockchain Partnership del Network europeo Etherna, a cui partecipano diversi soggetti pubblici e privati, segue proprio questa indicazione. Grazie all’ingresso, senza oneri, da parte di Lepida quale Primary Member, è stato possibile attivare un primo nodo della rete - già operativo presso il Datacenter di Ravenna - che rappresenta il primo passo verso possibili applicazioni sperimentali delle tecnologie di registro distribuito e dello strumento degli “smart contracts”. Allo studio - come indicato anche nella strategia nazionale - ci sono quegli ambiti nei quali l’elemento di “certificazione” di una transazione che assicuri al contempo “certezza”/fiducia e “pubblicità”/ trasparenza possa essere il miglior ambito di applicazione delle Blockchain in ambito pubblico.