74 Enti che utilizzano quasi 5 mila sensori - di cui oltre 2.300 relativi alla Rete IoT per la PA - appartenenti a 43 classi diverse.
In questi numeri si può sintetizzare la dimensione dei progetti di sensorizzazione del territorio dell’Emilia-Romagna che riguardano Comuni e Unioni di diverse dimensioni per popolazione e territorio.
Con la sottoscrizione da parte del Comune e della Città Metropolitana di Bologna, sono diventati 18 gli Enti che hanno aderito al protocollo per lo sviluppo di progetti in ambito di Internet of Things sul loro territorio.
Se si dà uno sguardo anche alle principali tipologie di sensori che, nell’ambito dell’azione Rete IoT per la PA, vengono utilizzate nei progetti degli Enti si rileva che la parte del leone è fatta dalle centraline di tipo ambientale, utilizzate soprattutto per rilevare la qualità dell’aria attraverso la misurazione delle polveri sottili, l'umidità e la temperatura.
Particolarmente utilizzati e di grande utilità risultano i sensori dei consumi idrici, che hanno permesso di scoprire e intervenire su perdite d’acqua occulte in alcune scuole, mentre sempre più Enti stanno evolvendo la sperimentazione di sensori da utilizzare in ambito sociale attraverso un sistema in grado di monitorare a distanza il grado di comfort di uno specifico ambiente e, in base ai movimenti rilevati durante il giorno e la notte, lo stato fisico dei soggetti che lo abitano.
Tutti questi dati vengono restituiti in maniera semplice e intuitiva attraverso un cruscotto che segnala eventuali anomalie agli operatori preposti.
Oltre ai sensori di Rete IoT per la PA, grazie alla piattaforma SensorNet, continua la raccolta e l’integrazione di dati da sensori gestiti da diversi Enti su tutto il territorio regionale, come ARPAE sulla parte ambientale e come il servizio viabilità della Regione sul monitoraggio del traffico stradale sulle strade provinciali.